L’Intagliatore di suoni: Premio Bindi “Artigianato della Musica” a Marco Spiccio
A Bogliasco nel 1932 tutti ebbero il sentore che qualcosa di importante stava nascendo.
Infatti, il 12 maggio dello stesso anno a Bogliasco nasceva Umberto Bindi, artista e cantautore genovese di raro spessore ed eleganza, che insieme a Giorgio Calabrese ha dato voce a splendide canzoni come Arrivederci, Il nostro Concerto e Non mi dire chi sei, oltre che sopraffino autore di canzoni scritte insieme e per colleghi come Gino Paoli, Ornella Vanoni, Claudio Villa, Iva Zanicchi, Franco Califano.
Oggi ad Umberto Bindi è dedicato un Premio per la Canzone d’Autore (il Premio Bindi appunto), che da cinque anni incastona emozioni nella cornice di Santa Margherita Ligure nel mese di Luglio.
Una Rassegna /Premio di grande qualità, organizzato dall’Associazione Culturale Le Muse Novae dell’inesauribile Enrica Corsi e che comprende, oltre al concorso, presentazioni di libri, esposizioni e dibattiti intorno alla canzone condotti da Enrico Deregibus (giornalista esperto della canzone d’autore italiana) alla presenza di Marisa Bindi (sorella di Umberto) e di Massimo Artesi, dell’Associazione Umberto Bindi.
Ed un premio di qualità ospita una giuria di qualità, composta di volta in volta da cantautori, musicisti, critici musicali ed esponenti del Club Tenco (la storica Rassegna Sanremese amica del Premio Bindi). In principio, la direzione artistica e la presidenza della giuria era il “campo di battaglia” dell’istrione Bruno Lauzi (scomparso nel 2006), compito che oggi è altrettanto egregiamente svolto proprio da chi con Bindi ha riempito pentagrammi di gioia, lacrime e sorrisi: Giorgio Calabrese.
Nell’ultima edizione del 2009, il Premio Bindi ha istituito un nuovo riconoscimento destinato a coloro (musicisti, addetti ai lavori, operatori culturali) che affiancano i protagonisti della canzone d’autore e partecipano in maniera diretta od indiretta alla sua completa realizzazione.
La prima targa del neonato Premio “Artigianato della Musica” è andata al medico-pianista genovese Marco Spiccio.
Marco Spiccio, diplomato alla Scuola Germanica e Laureato in Medicina, potrebbe essere definito un “musi-oncologo”, visto che è medico specializzato in oncologia.
Una figura di tutto rilievo nella canzone d’autore italiana: animo assolutamente passionale, vive innamorato di tutto ciò che lo emoziona ed incuriosisce, appoggiando sul suo inseparabile pianoforte la delicata trama del percorso da compiere nel sentiero delle sensazioni.
Spiccio sembrerebbe l’incarnazione del seguace perfetto del Dio Apollo, il Dio della musica (deliziava chiunque suonando la sua lira dorata), il Dio della guarigione, il Dio della luce e della verità e il Dio della profezia (Delfi era dedicato ad Apollo), se non fosse che Apollo era un esperto di tiro con l’arco e anche un eccellente atleta…
La carriera musicale di Maspi (questo è il soprannome che gli amici – e lui stesso – gli hanno attribuito) ha origini antiche: all’età di quattro anni, prima ancora di saper leggere e scrivere, appoggia le mani al pianoforte della vicina di casa, la Signora Olga De Cicco, che gli insegnerà i rudimenti dello studio dello strumento, studio che proseguirà con il Maestro Gino Paolillo.
Solo all’età di 21 anni, con la maggiore età, supera il divieto paterno di suonare in pubblico, e inizia a far parte di un gruppo orchestrale, i “Casbah”, con cui trascorre un’estate di fortissime esperienze esistenziali: dalla frustrazione dei concerti annullati dalle frequentissime piogge alla consapevolezza dell’importanza di coprire i debiti per acquistare gli strumenti musicali con i proventi delle serate effettuate.
Insieme ad Augusto Forin e Mauro Carbone nel 1980 fonda un trio musical-cabarettistico denominato “Rossi & Soci” (dall’omonimo Signor Rossi di Bruno Bozzetto) che proponeva un repertorio di autori italiani quali Jannacci, Conte, Gaber.
Questo il primo contatto con la musica d’Autore.
Da quell’esperienza nasce la spinta a partecipare attivamente alla costruzione di canzoni di astri della canzone d’autore genovese allora nascenti come Max Manfredi (che conosce dai tempi dell’asilo), Augusto Forin, Federico Sirianni, Fabrizio Casalino, Paolo Cogorno.
La collaborazione più prolifica è quella con Max Manfredi, con cui partecipa al Club Tenco nel 1985 (Max era stato invitato da Amilcare Rambaldi, storico patron della rassegna), al Premio Città di Recanati nel 1993 e che accompagna i quasi la totalità dei concerti da più di vent’anni.
Ma è il contatto con il Club Tenco per Spiccio (di cui è socio dal 1993) ad essere una vera e propria fulminazione. Da quel momento in avanti la sua attenzione sarà focalizzata esclusivamente sulla canzone d’autore e calcherà il palco del teatri Ariston di Sanremo in occasione della Rassegna Tenco molte volte accompagnando Max Manfredi, Fabrizio Casalino, Federico Sirianni ed altri autori.
La collaborazione e l’amicizia fraterna con Augusto Forin (che accompagna anche nei concerti di canzoni scritte dallo stesso Augusto), lo porta a costituire nei primi anni ’90, insieme a Fabrizio Casalino e Federico “Chicco” Sirianni, la “La Giostra Dei Pazzi”: un particolare progetto che li porterà a vincere il Festival degli Sconosciuti 1992, organizzato da Rita Pavone e Teddy Reno, con conseguente esecuzione in diretta TV su RAI 2 di un loro brano come sigla della trasmissione-
La sua particolare verve musicale e l’innato rispetto per l’umanità sensibile lo porta a collaborare con numerosi artisti come Giampiero Alloisio (Assemblea Musicale Teatrale), Armando Corsi (grande chitarrista e storico compagno di Ivano Fossati), e poi Franco Califano, Giorgio Conte, Tullio De Piscopo, Duilio Del Prete, Enzo Gragnaniello, Alessandro Haber, Mauro Pagani, Tosca, Edoardo Vianello e molti altri ancora. Il dottor Spiccio non è solo un pianista, ma abbraccia il progetto musicale a tutto tondo: e dalla conoscenza con Giuseppe De Grassi nasce l’idea di arrangiare il secondo disco di Pino Pavone (già Targa Tenco miglior opera prima e grande amico di Piero Ciampi) a cui lo legherà un’amicizia molto profonda e la condivisione di parecchi palchi importanti.
L’uscita del disco di Pino Pavone è il preludio della conoscenza del Maestro Umberto Bindi, che accompagnerà al pianoforte in numerosi spettacoli, dell’estate romana del 1996 e del 1997 dove, per l’occasione, accompagnerà anche Renato Zero, allora produttore di Umberto Bindi.
Alla fine del 1998 un altro incontro determinante nella storia musicale ed umana di Maspi: fa conoscenza con uno storico dell’arte, dirigente presso la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria: Franco Boggero.
Franco è un bravo cantautore e scrive brani molto coinvolgenti: l’intesa è immediata ed inizia subito a lavorare con entusiasmo per proporre i suoi brani.
E con Franco Buggero ed Augusto Forin fondano un’associazione non a scopo di lucro denominata “Operazione Arcivernice” (dal nome dell’omonima vernice magica inventata da Pier Cloruro Lambicchi, scienziato folle ed incompreso, protagonista del fumetto di Giovanni Manca pubblicato dal Corriere dei Piccoli) di cui esiste un cd autoprodotto che comprende canzoni originali di Augusto e Franco.
Spiccio è inquieto come il mare e curioso come i venti che spazzano la costa della Liguria.
Questa sua caratteristica umana personale ed emotiva lo accompagna e lo dirige verso gli incontri più casuali. Ed in un evento fortuito nell’agosto del 2001 fa conoscenza con il cantautore Alessio Lega con cui inizia una collaborazione proficua, che porterà alla premiazione del primo CD del cantautore salentino da parte del Club Tenco quale migliore opera prima discografica per il 2004, inanellando la terza presenza come accompagnatore del vincitore della Targa Tenco per la Miglior opera prima (gli altri sono stati Max Manfredi nel 1990 e Pino Pavone nel 1993).
Nel corso degli anni Spiccio ha partecipato a numerosissime produzioni discografiche come compositore, come arrangiatore, come esecutore di parti musicali. Brevemente: “Le Parole del Gatto” – “L’Intagliatore di Santi” – “Luna Persa”di Max Manfredi, “Notizie” di Pino Pavone, “Itinerari” di Armando Corsi, “Banda Elastica Pellizza” del gruppo omonimo (vincitore del premio della critica SIAE nell’edizione 2008 della Rassegna Tenco) e moltissimi altri.
Inoltre, dalla collaborazione con una cantautrice e ricercatrice del CNR di Torino Isabella Maria Zoppi – in arte, Isa –, parteciperà alla produzione di un CD allegato a un saggio dal titolo “Genova Porta dei Canti”.
Ma la sensibilità e l’unicità di Marco Spiccio non si fermano alla musica ed al suo mondo od all’ambito della medicina, dove quotidianamente esercita la sua passione professionale. La sua singolare personalità lo porta ad essere un affabulatore di folle, un ‘oratore’ incontenibile, un compagno di viaggio esilarante ed un “profeta” nella visione globale dei dibattimenti economici del nostro tempo. Il teatro di queste esibizioni è spesso la sua casa. Già… la casa di Spiccio.
Molti autori di testi di critica della canzone d’autore (Marzio Angiolani fu il primo, ma molti altri ne parlano) citano la casa di Marco Spiccio come l’alcova dei cantautori non solo genovesi, una specie di ambìto refugium peccatorum dove si mescolano gli umori e le canzoni.
Questa casa è sita nel quartiere della Foce a Genova, quartiere che già fece da sfondo alle discussioni di Lauzi, Paoli, Tenco, Bindi, De André, Mannerini, dei fratelli Reverberi e di Giorgio Calabrese. Un quartiere culto nella canzone d’autore, come i vicoli lo sono per le canzoni di Fabrizio De André. E qui la storia sembra ripetersi, non più alla panchina davanti alla latteria di Via della Libertà, ma in una via limitrofa, al secondo piano di uno stabile, dove Marco, pigramente, apre la porta di casa ai suoi amici.
Commenta Marzio Angiolani nel suo libro:”Ha un senso commuovente dell’ospitalità: trova una sedia ed un bicchiere per chiunque, anche quando le presenze numeriche sembrano proibitive e non lascia uscire nessuno senza averlo scortato fino all’ascensore (sono famosi i suoi discorsi per la tromba delle scale) e senza avergli aperto il portone.” E questo porto di canzoni gli crea non pochi problemi con i condomini, problemi che risolve con la magia della signorilità e l’eleganza dell’educazione.
Insomma: Marco Spiccio, parafrasando una frase della canzone di Max Manfredi, è un intagliatore di suoni a cui si addice perfettamente la dicitura del premio “Artigianato della Musica” che gli è stato consegnato proprio dalle mani di Giorgio Calabrese. Un costruttore di sensazioni che suona leggendo gli spartiti e sogna i suoni leggendo le parole che deve accompagnare, una grande persona che caratterizza un personaggio di rilievo nella strada della canzone d’autore e della sensibilità umana.
Un amico. Un grande amico.
Ed Umberto Bindi domenica 12 luglio, quando lo ha visto emozionato e commosso nel ricevere questo riconoscimento, ha fatto un sorriso così grande che il sole di Santa Margherita Ligure sembrava l’unico sole d’Italia.
(articolo di Mara de Assis)
(foto: Manuel Garibaldi)
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